Solidarietà - Aiuto per l'alpe
Azione del panino del 1° agosto Il Padrinato Coop per le regioni di montagna si impegna per il ripristino dell’alpe di Grossächerli nel canton Obvaldo.
Azione del panino del 1° agosto Il Padrinato Coop per le regioni di montagna si impegna per il ripristino dell’alpe di Grossächerli nel canton Obvaldo.
Splash! E il cane è nella vasca. Gli escursionisti che hanno appena ammirato l’alpe di Grossächerli, situato nell’area di svago di Wirzweli-Stanserhorn, concedono volentieri ai loro vivaci quadrupedi un bagno ristoratore. E non ci vedono nulla di male. Come nulla di male ci vedrebbero anche i contadini riunitisi cento metri più in là in una stalla cadente per discutere assieme i piani per ristrutturare l’alpe. Il bagno dei cani non è però visto particolarmente di buon occhio: «In verità la vasca conterrebbe l’acqua per dare da bere alle nostre mucche. Basta che un solo cane ci faccia il bagno e gli animali non possono più berla», spiega Bruno von Rotz men-tre osserva con calma stoica i giochi acquatici apparentemente innocenti del quadrupede. Il contadino 55enne è il responsabile dell’alpe di Grossächerli. Von Rotz e i suoi sei collaboratori, insieme con le famiglie che si occupano dell’alpe, sono abituati a un lavoro duro e che riserva molte frustrazioni. Cosa può importare, tra tante fatiche, se la fontana deve essere riempita una volta di più? Al momento i contadini hanno ben altri problemi: l’alpe gestito in comune dalle sette famiglie ha infatti urgente bisogno di lavori. La stalla è vecchia e non rispetta più la normativa attuale sulla protezione degli animali e nemmeno i requisiti per la protezione delle acque. Inoltre, la cascina è così malridotta che non è più pensabile abitarci in maniera dignitosa.
«L’attuale edificio risale al 1798 ed è stato ristrutturato per l’ultima volta nel 1936», racconta von Rotz. La sostanza edilizia è pessima, tanto che quando piove, e si sa che la scorsa primavera è successo spesso, «l’acqua forma un rigagnolo che scorre attraverso la cucina». Per le famiglie di contadini ciò significa o abbandonare l’alpe o affrontare un impor-tante investimento. Da un lato c’è un alpe bellissimo con degli ottimi pascoli, dove le famiglie possono portare le loro mucche per la stagione estiva: in totale una cinquantina di capi. Del loro latte, all’incirca 70.000 litri per stagione vengono lavorati nel caseificio di Chieneren – a meno di 300 metri dall’alpe –, per produrre formaggio e latticini pregiati. Inoltre, sull’alpe viene, ad esempio, prodotto uno sbrinz a lunga stagionatura dal sapore ineguagliabile, che con il marchio Pro Montagna è riuscito a conquistare un suo spazio sugli scaffali dei supermercati Coop. Dall’altro lato ci sono, invece, costi per circa un milione di franchi. «Abbiamo sviluppato il progetto assieme all’Ufficio dell’agri coltura di Obvaldo. Mano a mano che procedevamo nella pianificazione, il progetto diventava sempre più costoso. Siamo stati allora costretti a ridimensionarlo. Ora il «lusso» è stato tolto, ma il denaro non basta ancora», afferma von Rotz. I soldi dovrebbero provenire da diverse fonti: dalla Confederazione, dai cantoni e naturalmente dagli stessi agricoltori. Malgrado ciò, rimangono scoperti all’incirca 300.000 franchi. Se non si riuscirà a trovare altri finanziamenti, questo alpe, le cui radici sono documentate fin dal XVI secolo, avrà i giorni contati. «Gli edifici non sono più dignitosi né per gli animali né per gli uomini. E se non risciamo a rispettare le condizioni richieste, perderemo anche i pagamenti diretti, e allora possiamo veramente dire addio al nostro alpe», continua von Rotz, fattosi improvvisa-mente scuro in volto. L’ultima speranza delle fami glie dell’alpe di Grossächerli è riposta nella solidarietà. Quest’anno, infatti, il ricavato della tradizionale azione del 1° agosto sarà totalmente devoluto al risanamento dell’alpe. Se si riuscirà a raccogliere i fondi, al posto delle vecchie mura sorgerà una moderna stalla a stabulazione libera per 56 capi con box, dove gli animali possono mangiare e giacere. Inoltre, la stalla sarà dotata di una stazione per la mungitura a cinque posti che rispetta le più recenti prescrizioni in materia di igiene. Si prevede di costruire anche un piccolo appartamento, semplice e funzionale, per il personale dell’alpe. Le famiglie devono per il resto occuparsi delle loro fattorie e, malgrado facciano già tantissimo per l’alpe, come curare il paesaggio e migliorare i sentieri e i recinti, non possono essere sempre sul posto. Per il responsabile dell’alpe von Rotz, la costruzione dell’appartamento apre prospettive per il futuro: «Se riuscissimo a raggiungere un buono standard, per quanto semplice, a lungo termine sarebbe pensabile che una giovane famiglia con bambini si trasferisse sull’alpe per l’estate». L’alpe di Grossächerli e le famiglie che se ne occupano lo meriterebbero proprio. La speranza è che con l’azione del panino del 1° agosto, come sempre, si manifesti la propria generosità.